Se hai letto il mio articolo di presentazione e quello dove ti ho parlato della mia esperienza come workawayer, conosci a grandi linee la mia storia degli ultimi due anni. Ciò che non ho ancora detto, però, è che prima di fare tutto ciò, ho lasciato un lavoro sicuro per trasferirmi all’estero.
Partiamo da un presupposto importante: non tutti lasciano l’Italia per lo stesso motivo e con gli stessi obiettivi. C’è chi lo fa per necessità, chi per farsi solo un’esperienza di qualche mese e chi, come me, lo fa perché è ciò che vuole.

Quella di andarmene fuori dalla mia nazione era un’idea che avevo un po’ da sempre e che, con il tempo e un po’ di maturità in più, alla fine ho potuto realizzare. Ho dovuto lavorare e pianificare il tutto e, infine, avevo programmato la mia partenza per marzo/aprile 2020.
Un gran tempismo, non credi?
Alla fine sono partito a luglio 2020 e già solo l’idea di cambiare nazione durante una pandemia potrebbe sorprendere molti. A me però piace sempre esagerare e quello che sto per dirti ti farà pensare che io sia completamente scemo: prima di comprare il biglietto di sola andata per l’Inghilterra ho dato le dimissioni da un “buon lavoro” che avevo.
Esatto, ho lasciato un lavoro sicuro durante una pandemia mondiale per trasferirmi all’estero. Sono pazzo? Magari sì, magari no, magari sono semplicemente poco intelligente, poco me ne importa della risposta. Ciò che veramente mi interessa ora è sapere di aver fatto quello che era giusto per me.
Avevo un contratto a tre anni che sarebbe quasi sicuramente passato a indeterminato e uno stipendio, diciamo, dignitoso. Per molti tutto ciò sarebbe potuto bastare, ma non per me.
Ciò che mi chiedevo sempre, infatti, era: che me ne faccio di sicurezze quando non mi sento felice? Quel lavoro, oltre a non fare per me, mi spegneva letteralmente. Così, nonostante tutto e nonostante la situazione che si era venuta a creare, ho comunque trovato il modo di fare ciò che avevo sempre voluto, cioè trasferirmi all’estero.
Mai fatta scelta migliore. La mia persona, il mio modo di essere, aveva bisogno di questo.
Quando sono arrivato in Inghilterra non ho faticato a trovare un altro lavoro, anzi, ho letteralmente avuto l’imbarazzo della scelta. Sicuramente, però, non era lo stesso tipo di vita rispetto a quella che facevo in Italia. In proporzione, infatti, prendevo poco più che nel mio lavoro precedente, ma avevo anche molte più spese, tipiche di quando vai a vivere da solo.

Nonostante questo, però, ero felice come non mai. Ero all’estero, come avevo sempre sognato, stavo facendo qualcosa di diverso e, soprattutto, stavo crescendo. Non solo, ho iniziato a sentirmi rilassato e motivato come non mai ed ho finalmente realizzato qual è la vita che voglio avere e ho iniziato a lavorare per ottenerla.
Purtroppo però, poi, sono arrivate di nuovo le restrizioni e mi sono ritrovato a dover tornare in Italia. La cosa all’inizio mi ha distrutto e spaventato. Anche io ho iniziato a pensare di aver fatto una pazzia e che sarei rimasto doppiamente fregato, senza certezze e con il rimpianto di non essere riuscito a fare ciò che volevo.
Per poco, però, perché la prima cosa che ho fatto dopo aver preso definitivamente consapevolezza che non sarei potuto tornare in Inghilterra in quel momento, è stata informarmi su quale nazione non avesse restrizioni o ne avesse in misura minore.
Non mi ero preoccupato delle prime restrizioni, perché mi sarei dovuto preoccupare delle successive?
Altra scelta meravigliosa, grazie alla quale mi sono ritrovato a Malta. Anche qui non ho dovuto aspettare molto per trovare un lavoro, questa volta però sono riuscito anche a migliorare la mia situazione. Ho trovato un un lavoro grazie al quale ho più libertà economica, più tempo da dedicare al sogno di diventare nomade digitale e che mi da svariate soddisfazioni, tra cui quella di essere cresciuto di ruolo all’interno dell’azienda dopo solo sette mesi.
Perdonami se non ti sono sembrato modesto, non volevo vantarmi (o forse sì?), volevo soltanto togliermi qualche sassolino dalle scarpe. Oltre a questo, però, volevo anche farti capire che a volte la scelta più pericolosa è la scelta giusta.
Io ho sempre vissuto così, mi sono sempre trovato bene a saltare nel vuoto. Per me il rischio è sempre stato quello di rimanere aggrappato a qualcosa. Ovviamente prima pianifico bene tutto così da ridurre al minimo il pericolo di farmi male, ma alla fine salto sempre e, puoi credermi, è una sensazione meravigliosa, soprattutto quando atterri in piedi!

Per finire, quindi, lasciami spiegare il motivo di questo articolo, che non è quello di raccontare una storia fine a sé stessa.
Ho scritto queste parole perché credo che ognuno di noi è diverso e che tutti dobbiamo seguire i nostri sogni.
Al diavolo tutto il resto.
Vuoi un cosa? Lavora, pianifica e fai in modo che accada. Se hai un problema, non soffermarti su quello, ma cerca una soluzione, una via alternativa. Probabilmente avrai bisogno anche di un po’ di spirito di adattamento e qualche sacrificio. Fai quello che vuoi, ma insegui i tuoi sogni.
Avrai persone, anche care, che non ti capiranno, alcune magari ti derideranno o proveranno a farti pensare soltanto alle possibile conseguenze negative. Tu sorridi, annuisci, ringrazia e passa oltre. Conta soltanto quello che vuoi tu e soltanto tu puoi sapere cos’è.
Te lo ripeto, al diavolo tutto il resto.
La vita, purtroppo, è solo una, è appesa a un filo e passa in fretta. Non c’è tempo di rimanere aggrappati a ciò che ti rende infelice.
Salta.
[…] Entrambi noi facciamo parte di questo trend, tanto che, come ti abbiamo già raccontato, Jacopo ha lasciato un lavoro sicuro per traferirsi all’estero durante la pandemia. […]
[…] soffocati dalle nostre vite, ci siamo trasferiti in Inghilterra proprio durante la pandemia, Jacopo lasciando un lavoro sicuro e Beatrice con pochi risparmi in […]